Cantico Dei Drogati [Fabrizio De André - Riccardo Mannerini; Orchestra Philarmonia di Roma e coro P. Carapellucci diretti da Giampiero Reverberi; Collaborazione alle musiche e orchestrazione di Giampiero Reverberi; Assistenza tecnico-artistica di Gianfranco Reverberi; Tecnico di registrazione Giorgio Agazzi] Ho licenziato Dio gettato via un amore per costruirmi il vuoto nell'anima e nel cuore Le parole che dico non han più forma né accento si trasformano i suoni in un sordo lamento mentre fra gli altri nudi io striscio verso un fuoco che illumina i fantasmi di questo osceno giuoco Come potrò dire a mia madre che ho paura? Chi mi riparlerà di domani luminosi dove i muti canteranno e taceranno i noiosi quando riascolterò il vento tra le foglie sussurrare i silenzi che la sera raccoglie Io che non vedo più che folletti di vetro che mi spiano davanti che mi ridono dietro Come potrò dire a mia madre che ho paura? Perché non hanno fatto delle grandi pattumiere per i giorni già usati per queste ed altre sere e chi, chi sarà mai il buttafuori del sole chi lo spinge ogni giorno sulla scena alle prime ore e soprattutto chi e perché mi ha messo al mondo dove vivo la mia morte con un anticipo tremendo? Come potrò dire a mia madre che ho paura? Quando scadrà l'affitto di questo corpo idiota allora avrò il mio premio come una buona nota mi citeran di monito a chi crede sia bello giocherellare a palla con il proprio cervello cercando di lanciarlo oltre il confine stabilito che qualcuno ha tracciato ai bordi dell'infinito Come potrò dire a mia madre che ho paura? Tu che m'ascolti insegnami un alfabeto che sia differente da quello della mia vigliaccheria